In sede di conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali (c.d. decreto proroghe), la commissione Finanze del Senato ha accolto un emendamento che rinvia al 2025 l’obbligo per i Comuni di differenziare le aliquote dell’imposta municipale propria (IMU) comprese in una griglia di fattispecie identificate per decreto delle Finanze.
Dopo l'art. 6 del decreto legge n. 132/2023 in corso di conversione al Senato, è stato accolto un emendamento che prevede l'introduzione dell'art. 6-bis avente ad oggetto "Proroga decorrenza dell'obbligo di utilizzare il Prospetto delle aliquote IMU e proroga in materia di spending enti locali".
L'emendamento, tenendo conto delle criticità riscontrate dai Comuni a seguito della fase di sperimentazione, nell'elaborazione del Prospetto di cui all'articolo 1, commi 756 e 757 della legge 27 dicembre 2019, n.160, avvenuta nel mese di ottobre scorso, e dell'esigenza di considerare alcune rilevanti fattispecie attualmente non considerate dal Prospetto, prevede il rinvio a decorrere dall'anno di imposta 2025 dell'obbligo per i Comuni di redigere la delibera di approvazione delle aliquote dell'IMU tramite l'elaborazione del Prospetto, utilizzando l'applicazione informatica messa a disposizione sul portale del Ministero dell'economia e delle finanze.
In considerazione di tale emendamento, pertanto, in attesa della definitiva conversione in legge, gli enti locali sono legittimati a procedere ordinariamente come previsto dalle norme contabili per l'iter di approvazione del Bilancio di previsione, senza tener conto della griglia delle diverse fattispecie di aliquote predisposte (in fase sperimentale) dal MEF.